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È trascorsa una sola settimana e sono cambiate molte cose. Sta arrivando la primavera, le giornate sono illuminate dal sole, le strade sono spaventosamente deserte, la

sera si ha il timore di ascoltare il numero dei morti.

In una sola settimana è cambiato tutto, e niente tornerà ad essere quel che è stato.

Noi siamo cambiati. Dalla noncuranza, alla spavalderia, alla paura, alla solidarietà, e poi di nuovo alla spavalderia e alla noncuranza. Perché l’esigenza di esorcizzare la paura è diventata primaria. Perché le bare portate via dall’esercito sono immagini che a fatica dimenticheremo.

Tante, troppe le emozioni che si alternano con prepotenza nei nostri cuori, difficili da accogliere perché feriscono in maniera profonda, consapevoli che queste ferite bruceranno per i prossimi anni.

Ma questa sera mio figlio di tre anni mi ha detto che sono bella, mentre con una mano mi accarezzava il viso. Studierà questo periodo nel suo libro di storia, e forse ricorderà ben poco, se non la felicità di avermi a casa tutto il giorno. E allora ho il dovere di non dimenticare, per lui e per me.

Abbiamo l’opportunità di recuperare ciò che i nostri cuori hanno disperso per le strade degli anni. Abbiamo il dovere di ricordare di quanta forza disponiamo, e quale capacità abbiamo di ascoltare e far ascoltare la nostra unione.

Non dimentichiamo questa paura, non dimentichiamo la solidarietà, non dimentichiamo il silenzio del dolore, non dimentichiamo i sorrisi alla finestra, i giochi infiniti con i nostri figli, non dimentichiamo l’inquietudine dell’isolamento.

Abbiamo il dovere di riabilitare quella parola così banalizzata negli ultimi anni: la famosa resilienza. Ora più che mai abbiamo il dovere di declinarla.

Va bene, un passo alla volta. Ricominciamo dalla nostra casa, dal nostro stare, affinché diventi il nostro essere. Perché se la storia siamo noi, dobbiamo scrivere il punto in fondo alla pagina, con il sorriso di chi ha vinto. La vita.

Articolo scritto da:
Barbara Mazzi Pensieroso
Barbara ha da subito supportato l’importante progetto familiare, contribuendo alla profonda ristrutturazione che ha trasformato Palazzo delle Pietre in un'affascinante dimora storica romana. L'arte del ricevere e dell'accoglienza è naturalmente…
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